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L'Heysel si portò via Gianfranco Sarto <br/>il ricordo di suo figlio nell'anniversario

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Trent'anni fa la tragedia allo stadio Heysel di Bruxelles. Fra i 39 morti anche il donadese Gianfranco Sarto. Oggi lo ricorda il figlio Roberto.
DONADA - Oggi sono 30 anni: 29 maggio 1985, stadio Heysel a Bruxelles, in programma la finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool. Ma dopo quel giorno tutto cambiò. I morti furono 39 e il calcio si scoprì costantemente sotto agguato da parte di frange di teppisti con la bandiera.
Fra quei 39 morti ci fu anche Gianfranco Sarto, 57enne di Donada. Era partito dal Basso Polesine con un amico, aveva acquistato i biglietti per la partitissima. E poi, poi scoppiò il finimondo.

“Ricordo bene quella sera - dice Roberto, il figlio di Gianfranco che allora aveva 19 anni - io guardavo la partita in tv con la mia famiglia. Vedemmo tutto quello che successe, quelle scene di pazzia, i morti. Ma non ci preoccupammo per mio padre perché aveva acquistato i biglietti attraverso uno Juventus club di Torino, e la tv inquadrò uno striscione del club nella curva opposta agli scontri e alla ressa mortale. La famigerata curva col settore Z dell’Heysel”.

Invece il destino aveva deciso di giocare uno scherzo assurdo e atroce. Il club infatti aveva acquistato anche biglietti del settore Z, uno dei quali toccò a Gianfranco. “Il giorno dopo - continua Roberto - alle cinque del mattino ci svegliarono i carabinieri. Ci dissero che fra i 39 morti c’era anche mio padre”.

"Domenica scorsa lo stadio di Torino ha ricordato le vittime con cartelli con i nomi dei morti. C’era anche quello di mio padre. Mi sono commosso”. E il 6 giugno c’è una finale di Champions della Juventus. “La guarderò in tv - chiude Roberto - E di sicuro avvertirò un brivido agrodolce: l’attesa per la partita e il dolore per mio padre, strappato alla vita troppo presto”.
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